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Tutto quello che c’è da sapere sulla sensibilità dentale.

Mangiare un gelato, bere una cioccolata calda o una spremuta d’arancia, sono diventati un fastidio per i vostri denti più che un piacere per il palato? Con molta probabilità è perché soffrite di sensibilità dentale, uno dei problemi più diffusi a carico del cavo orale, insieme alla carie, tanto che le stime dicono che almeno metà della popolazione mondiale accusa questo disturbo.

Come sempre, affrontiamo l’argomento rispondendo alle domande più frequenti, nel modo più semplice ed esaustivo.

Cosa si intende per sensibilità dentale?

Si definisce sensibilità dentale la sensazione dolorosa che proviamo, a uno o più denti, quando questi entrano in contatto con cibi dolci, caldi, freddi o troppo acidi, se mastichiamo o spazzoliamo i denti in modo energico, oppure quando inspiriamo dalla bocca aria fredda.

 

Chi è soggetto a questo disturbo?

Fondamentalmente, l’ipersensibilità può interessare qualsiasi paziente a qualsiasi età.

Tuttavia, vi è una maggiore prevalenza nella popolazione d’età compresa tra i 20 e i 40 anni, in particolare di sesso femminile, e nei soggetti affetti da malattia parodontale.

 

Perché i nostri denti diventano sensibili?

La sensibilità dentale è causata dall’esposizione della dentina.

I nostri denti sono costituiti da diversi strati, di questi il più esterno è lo smalto.

Il compito della smalto è quello di proteggere la dentina sottostante che, a sua volta, serve da scudo per la polpa, ricca di vasi sanguigni e terminazioni nervose e per questo motivo molto sensibile ai cambiamenti di temperatura e alle sollecitazioni meccaniche.lo smalto tuttavia non ricopre le radici e i colletti (zona di passaggio dalla corona alla radice normalmente protetta dal tessuto gengivale).

La dentina presenta migliaia di microscopici canali visibili solo al microscopio, detti tubuli dentinali. Quando la gengiva si ritrae, esponendo la zona del colletto, i tubuli vengono scoperti così che qualsiasi stimolo, che sia termico o chimico, provoca lo spostamento di un fluido simile al plasma all’interno dei tubuli. È proprio questo fluido che, dopo aver mangiato o bevuto cibi caldi o freddi, si muove all’interno dei canali e irrita i nervi del dente, generando dolore. Se osservati al microscopio i tubuli appaiono vuoti e sterili, quando invece si è in presenza della malattia parodontale, vengono colonizzati da parte di un notevole numero di batteri causando anche la necrosi settica del dente.

 

Quali sono i fattori che possono causare la sensibilità dei nostri denti?

Le cause che possono portare all’esposizione della dentina e di conseguenza alla sensibilità dentale, sono molteplici

  • consumo eccessivo di alimenti acidi: agrumi, pomodori, sottaceti, tè che demineralizzano lo smalto causando abrasioni e erosioni.
  • una scorretta igiene orale. L’accumulo di placca sulle superfici radicolari, a causa  della sua azione demineralizzante della struttura dentaria, può essere associata alla sensibilità dei denti. Come possiamo tenere sotto controllo placca e tartaro? Con una corretta igiene orale domiciliare e una periodica pulizia dei denti dal dentista, possiamo ridurre al minimo la possibilità di soffrire di ipersensibilità dentinale
  • dentifrici aggressivi, come quelli usati per sbiancarsi i denti da soli, possono portare al consumo dello smalto così che i denti, con il tempo, diventano sempre più sensibili (a tal proposito vi ricordiamo di chiedere sempre un parere al vostro dentista, prima di intraprendere iniziative fai da te sull’igiene orale)
  • carie con interessamento dentinale
  • recessione gengivale: le gengive si allontanano dal dente a causa, ad esempio, di una gengivite acuta o cronica, così che il colletto dentale  che si trova tra la corona e la radice si scopre e di conseguenza la dentina, molto tenera e porosa, viene esposta al cavo orale diventando molto sensibile agli stimoli esterni dolorosi che vengono trasmessi alla polpa attraverso i tubuli.
  • digrignamento dentale (bruxismo) notturno o il serramento  mascellare durante il giorno, possono provocare l’usura in alcuni punti dello smalto e del cemento normalmente posti a protezione della dentina, causandone la sua esposizione; la comparsa di fastidi e dolori è causata dal contatto diretto tra la polpa e l’ambiente intraorale.

 

Perché in gravidanza si soffre maggiormente di sensibilità dentale? Come comportarsi?

Durante questo particolare periodo, l’aumento dei livelli di estrogeni nella futura mamma può avere conseguenze pure nel cavo orale. I cambiamenti ormonali possono modificare anche la composizione della saliva, aumentando così la predisposizione all’accumulo di placca e tartaro incrementando il rischio di carie e gengiviti.

Il frequente vomito, dovuto alle nausee, può facilitare il consumo dei denti e causarne quindi la sensibilità.

Per non avere problemi durante tutto il periodo della gestazione, sono necessarie una corretta igiene orale e visite periodiche dal dentista, possibilmente fatte nei mesi precedenti alla programmazione della gravidanza.

 Come porre rimedio al disturbo della sensibilità dentale?

Quando si accusa un forte dolore ai denti a causa della sensibilità, la prima cosa da fare è rivolgersi al proprio dentista che, dopo una visita accurata, sarà in grado di stabilire qual è la causa di tale ipersensibilità e consigliarvi il trattamento più corretto per risolvere il vostro problema.

Se vengono escluse patologie come carie, parodontite e gengiviti, a casa possiamo intervenire con l’uso di dentifrici o vernici desensibilizzanti che si possono trovare in farmacia o nei supermercati più forniti. Le accortezze da seguire sono semplici

 

  • andare regolarmente dal dentista
  • praticare una corretta tecnica di spazzolatura, evitando un eccessivo vigore o una frequenza più elevata di quella raccomandata dal dentista; non lavare i denti subito dopo i pasti ma attendere circa 30 minuti, tempo necessario affinché il potere tampone della saliva abbia neutralizzato l’effetto demineralizzante dei cibi acidi
  • Gli spazzolini morbidi sono banditi, ma utilizzare spazzolini non abrasivi, con setole tagliate in modo tale da non essere aggressive nei confronti della dentina esposta
  • utilizzare un dentifricio specifico a bassa abrasività per i denti sensibili, contenente fluoro
  • usare il filo interdentale per prevenire le malattie parodontali che possono dare origine alla recessione gengivale
  • fare attenzione alla propria dieta, limitando il consumo di alimenti acidi* che possono comportare l’usura dello smalto dei denti quali succhi di frutta, vino, aceto e bibite
  • se si digrignano i denti, chiedere al proprio dentista se sia il caso di usare un bite notturno

 

Come interverrà il dentista?

In caso di erosione e/o abrasioni, l’odontoiatra risolverà il problema ricostruendo i colletti; lo smalto perso viene ricostruito con il composito, quel materiale utilizzato nelle otturazioni, ricoprendo così i tubuli dentinali.

Un’altra opzione, in questo caso temporanea,  può essere quella di utilizzare vernici al fluoro che remineralizzano lo smalto e occludono i tubuli.

Quando la sensibilità è data da una carie, si procederà con un’otturazione del dente.

Se la causa è la malattia parodontale, si deve prima curare l’infezione ai tessuti che sostengono il dente in modo che la sensibilità sparisca naturalmente. La terapia in questo caso consiste nell’igiene professionale, volta a  rimuovere  il tartaro sopra gengivale e sotto gengivale.

 

Ribadiamo infine che

  • la prevenzione è fondamentale per l’ipersensibilità dentinale e l’osservanza di semplici comportamenti può evitare l’insorgenza o l’aggravarsi del disturbo
  • la sensibilità al caldo e al freddo non deve essere sottovalutata ma deve essere indagata per scongiurare patologie come la parodontite che può portare alla perdita dei denti
  • una bocca più sana parte da buone abitudini di spazzolamento.

Colletto dentale: Il colletto é la parte anatomica del dente costituita dal punto di passaggio tra smalto e cemento. Il cemento ricopre la dentina della radice, lo smalto protegge la dentina della corona.