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L’incubo dei primi dentini

Dal diario di una mamma dentista

I fastidi che accompagnano la dentizione sono legati ai dentini che, per erompere in arcata, devono spingere fino a  fessurare il tessuto gengivale. Sono dolorini misti a prurito, per questo i bimbi tendono a mettere le mani in bocca.

Spesso le mie amiche mi chiedono come comportarsi con l’eruzione dei primi dentini dei loro figli.

Non è una fase piacevole tanto per il bambino che si trasforma in un produttore sano di fiumi di bava (ipersalivazione), può avere febbre e problemi gastrointestinali, quanto per la mamma che, in quanto madre, per empatia, se potesse la dentizione la farebbe lei al suo posto.

I fastidi che accompagnano la dentizione sono legati ai dentini che, per erompere in arcata, devono spingere fino a  fessurare il tessuto gengivale. Sono dolorini misti a prurito, per questo i bimbi tendono a mettere le mani in bocca.

Partendo dall’assunto che non esistano rimedi efficaci in assoluto, possiamo lasciare il bambino libero di mangiucchiarsi le mani e dare così sollievo al prurito gengivale, avendo cura di lavargliele spesso, oppure utilizzare i classici anelli per la dentizione che si tengono in frigo e danno sollievo e refrigerio.

Oggi siamo tutti molto attenti ad utilizzare metodi naturali, tra questi va benissimo la radice di viola iris da fissare con un laccetto al seggiolone o ad un bottone della tutina, come si farebbe con il ciuccio, oppure preparare in casa dei ghiaccioli alla camomilla.

Tra i rimedi un po’ assurdi, lasciatemelo dire, e con il quale non mi trovo d’accordo e decisamente sconsiglio per la sua possibile pericolosità, c’è la collana d’ambra. Non solo non si ha alcun fondamento scientifico che possa spiegare il perché di un eventuale sollievo, ma pensate un po’ il rischio se si dovesse rompere. Rimedi naturali sì ma sciamanici meglio andarci cauti.

Tornando ai metodi naturali, la gamma di prodotti omeopatici è molto vasta, abbiamo l’imbarazzo della scelta: suppostine, gocce, perle a base di camomilla, atropa belladonna, plantago major ed altri principi attivi, veri e propri farmaci appartenenti alla categoria dei fitoterapici che, pertanto, è meglio utilizzare dietro il consiglio del pediatra o del dentista. Vi chiederete perché, dal momento che stiamo parlando di metodi naturali. La risposta è semplice, pur essendo rimedi naturali si comportano esattamente come dei farmaci, con relativi effetti collaterali in caso di sovradosaggio, allergie e contemporanea assunzione con altri farmaci. Quindi il mio consiglio è quello di prestare sempre molta attenzione.

Altro discorso è da farsi per i gel topici a base di aloe, vitamina E, aminoglicani. A mio avviso, i limiti di questi prodotti sono due: l’applicazione topica, che viene vanificata dall’ipersalivazione caratteristica del periodo della dentizione e, di conseguenza, il rapporto costo/beneficio. Un tubetto dura veramente poco, soprattutto se consideriamo che alcuni sono fatti in modo da darlo in mano al bambino e farglielo usare ad libitum.

Adesso, passerei ai rimedi della nonna: io sono cresciuta a pane duro. Secondo me è un valido coadiuvante, non miracoloso, ma efficace.

Prima di armarci di tozzi di pane raffermo, bisogna fare delle considerazioni:

  • a quanti mesi si verifica il problema?
  • Il bimbo sta già seduto da solo con la testolina ben sorretta?

Se la risposta è sì, il rimedio del pane secco può esservi utile.

Bisogna scegliere pane raffermo di grano duro a pezzi abbastanza grossi da non consentire al bimbo di poterlo strappare e poi, una volta che la crosta risulta rammollita dalla saliva, bisogna buttarlo.

Mi si chiede spesso se questi dentini vadano spazzolati. Sì.

Ricordatelo, appena spuntato il primo dentino bisogna spazzolarlo con lo spazzolino 0-6 mesi e un goccio di dentifricio al fluoro (0-6 mesi).